(Mario "The Black" Di Donato in concerto)

Mario "The Black" Di Donato sa far respirare le diverse arti che lo appassionano all'interno delle sue opere. Spaziando dalla pittura alla musica, l'artista sa liberare le sue energie lasciandole scivolare lungo le setole di un pennello o le corde metalliche di una chitarra. Il fruitore delle sue opere può sentire la musica sprigionarsi dalle sue tele e le note calde e sospiranti come bruni colori ad olio avvolgere la propria percezione. E' un moto liberatorio quello che spinge Di Donato al recupero della lingua latina (nei testi delle canzoni), al far fiorire di mille colori le storie, la vita e le tradizioni contadine e paesane (sulle tele dei suoi dipinti). Il suo è un atteggiamento espressivo-esistenziale, una ricerca di antiche lingue, antiche tradizioni, misticismi lontani che servono all'artista per rimuovere le paure arcaiche che derivano dalle leggende popolari o dalle sacre scritture. Un accostarsi alle ombre che si nascondono nelle tradizioni con uno sguardo limpido, quello che caratterizza chi è spinto alla ricerca dalla semplice voglia di conoscere. All'opera musicale e pittorica, recentemente Di Donato ha affiancato una serie di racconti scritti anch'essi con una chiarezza di linguaggio a sfiorare lievemente le sensazioni di disagio che possono derivare dalla loro lettura. Sono storie che raccontano le leggende della terra di Pescosansonesco (paese natio dell'artista), leggende che inquietano, risvegliano la paura del buio, ma che si illuminano sulla tela rendendoci più consapevoli che per affrontare l'oscurità vi sia il semplice gesto di fare chiarezza all'interno di sé stessi. Ogni racconto si sprigiona in colori radiosi e rasserenanti sul piano del dipinto: le parole della narrazione si impastano nella tavolozza e si liberano in un'espressione che vola su caldi e coinvolgenti spazi pittorici. Le musiche si colorano, le parole si sciolgono in note musicali, la tavolozza si arricchisce dei pensieri dell'artista. Così, Mario "The Black" Di Donato, l'uomo tra realtà, fantasia, paura e misticismo, riesce a far vibrare i suoi pensieri come note di una musica che non ha più paura delle tenebre e riesce a nuotare con allegria in un mare di colori.


LE SCALE DEL DIAVOLO
da "racconti di pescosansonesco"
di MARIO "THE BLACK" DI DONATO


Dall'alto di Pescosansonesco Vecchio si scopre un affascinante panorama che comprende, oltre alla vallata del fiume Pescara, anche pittoreschi profili montuosi e sagome di paesi lontani.
Spostando lo sguardo in alto a destra sul fianco del ripetitore TV, si scorge l'imponente e superbo monte di Rocca Tagliata, compreso nel territorio di Castiglione a Casauria, ma confinante a circa 1.000 m. s.l.m. con la terra di Pescosansonesco.
Nell'alto Medio Evo era chiamato Monte Sodo (terra non coltivata) come afferma il compianto archeologo Pier Luigi Calore (di Pescosansonesco) all'inizio del secolo. La rocca viene citata più volte negli scritti del Chronicon Casauriense che ne esalta il notevole supporto strategico e difensivo dopo il XII secolo.
Col tempo intorno a questo luogo si sono create leggende e credenze popolari.
Gli abitanti di Pesco cercano di non avvicinarsi molto alla Rocca, specialmente in una cavità che si apre nel suo fianco. In questa grotta alcune persone hanno sentito spesso delle grida disumane, forse provenienti dalle viscere della terra: esse hanno sempre pensato che sicuramente c'era il diavolo. All'interno della grotta ci sono delle scale di metallo che si inabissano in una buca, e sembra che non abbiano fine. La cavità è impregnata di un forte odore di zolfo, e nell'aria aleggia un "magnetismo" che, secondo i pescolani, "annulla" ogni volontà umana.
Dai racconti dei vecchi del paese, pare che un giorno il diavolo, stanco di aspettare che qualcuno scendesse le scale, uscì all'aperto e, adocchiato un ingenuo contadinello gli si avvicinò.
Il ragazzo era seduto e stava iniziando il pasto; il demonio "dolcemente" l'invitò a seguirlo nella grotta di Rocca-Tagliata promettendo ricchezze e successo nella vita. Il contadino rifiutò ripetutamente l'offerta, allora il diavolo spazientito lo prese per un braccio (graffiandolo con le lunghe e affilate unghie) con l'intento di trascinarlo di forza nella cavità.
Il sangue fuoriuscì dalla ferita e il contatto con l'essere sovrannaturale fece quasi perdere i sensi al ragazzo che, terrorizzato, stava cedendo.
Il diavolo ghignando fece per alzarlo, ma il destino volle che il crocifisso che il contadino portava sempre con sè legato al collo, fuoriuscisse dalla camicetta. Alla vista dell'immagine sacra, il diavolo imprecando sparì istantaneamente tra nuvole di fumo e fuoco. Come per incanto il giovane si riprese e iniziò una sfrenata e veloce corsa verso casa, ormai sicuro di essersi salvato.
L'incubo era finito, ma in cuor suo giurò che non sarebbe mai più tornato alla rocca. Lì abitava il diavolo, con le sue scale maledette e con i suoi seguaci, esseri simili ed infernali, custodi della "Montagna tagliata", forse scelta come "Anticamera per l'inferno".

"Il Noce Stregato"
di Mario Di Donato

olio - particolare - 1985


"Il Grande Serpente"
di Mario Di Donato

olio - particolare - 1989





GOLGOTHA


E' in distribuzione presso tutti i migliori negozi di dischi il 6° album del rocker abruzzese Mario Di Donato alias "The Black". Il concept disco, intitolato "Golgotha", è prodotto dalla label genovese Black Widow. Distribuito a livello mondiale, vuole denunciare tutte le ingiustizie, le falsità, le violenze e gli eccidi (guerra nella ex Jugoslavia) di questo fine ed inizio millennio. The Black, ormai figura di culto del rock estremo italiano, nel suo progetto musicale inserisce costantemente l'arte pittorica. Il CD riproduce infatti sia in copertina che sul retro due suoi famosi dipinti a olio; si tratta di "Postmortem" (cm 200x95) e "Il Dolore di Maria" (cm 190x90), quest'ultimo è situato in mostra permanente presso il museo Stauros di arte sacra di S. Gabriele (TE).


I titoli dell'album:
LATO A: Momenti ansiosi - Golgotha - II Orbis (2^ versione) - Sospesa a un filo (corvi) - Il re Melograno - Ultimatum
LATO B: Tormentum - Iustitia - Il giudizio (rovescio della medaglia) - Coscientia Opprimi.

The Black ha potuto contare in questo progetto della collaborazione strumentale di Massimiliano Terzoli, Sasha Buontempo, Jan Bernardi, Giuseppe Miccoli e Belfino De Leonardis.


Gruppo storico italiano formato nel 1988 da Mario "The Black" Di Donato, personaggio di culto del panorama rock, autore dei testi e delle musiche del gruppo, quotato pittore conosciuto e apprezzato anche oltre confine (le sue opere si possono ammirare dal vero in prestigiosi musei e pinacoteche nazionali ed estere; i suoi CD sono gratificati dalla riproduzione fotografica di alcune di esse). I The Black, inseriti nell' "Enciclopedia del Rock Hard' Heavy" della famosissima ed esperta Arcana Editrice di Milano, suonano un rock mistico artistico cantato in latino e italiano con lo scopo di amalgamare arte e rock in un'unica creatura. Questo progetto viene evidenziato gia' dal secondo album "Infernus Paradisus et Purgatorium" (1990) dove le stupende liriche di Dante Alighieri prendono forme sonore suggestive. Nel CD "Abbatia scl Clementis" del 1994, i The Black ricostruiscono la travagliata storia dell'abbazia di San Clemente a Casauria curando musicalmente soprattutto le atmosfere mistiche. Il lavoro svolto vuole evidenziare lo scopo principale dell'architettura dell'abbazia che i frati casauriensi ritenevano "universale". Un tempio cristiano importante la cui presenza doveva testimoniare e rappresentare la vera cristianità in tutto il territorio abruzzese.


I The Black sono:
Mario "The Black" Di Donato - voce e chitarra
Enio Nicolini - basso (visita la sua pagina)
Gianluca Bracciale - batteria e voce



"IL ROCK IN ABRUZZO" di Lugi Di Fonzo (Ecamlab Edizioni) storia, interviste e censimento con un'appendice dedicata alle fanzine e ai fans club esistenti in Abruzzo: si tratta di uno studio molto approfonditto e curato della storia del rock in Abruzzo. Vi è contenuta un'ampia intervista a Mario "The Black" Di Donato, la scheda, la discografia, il testo di "Testaments" e alcune foto del gruppo
.
LUGI DI FONZO (Pescara, 1962) è giornalista professionista e attualmente lavora a Pescara con la qualifica di caposervizio nella redazione del quotidiano abruzzese "Il Centro". Sua l'inchiesta giornalistica "La storia del rock pescarese" culminata con la stampa del compact disc "Pescara Rock" e un concerto dal vivo alle piscine Le Naiadi dei gruppi storici pescaresi (ottobre 1993 agosto 1994). Ha promosso, su idea di Fabrizio Santamaita, la pubblicazione su "Il Centro" di "Pescara Sound 2000" e "Abruzzo Sound 2000" realizzate dall'Ecamlab di Pescara nell'aprile e nell'agosto 2000. Il suo indirizzo e-mail è: luigi.difonzo@katamail.com.

vai a casa