GEOMETRIA
di Valeria Noli




M'interessa soltanto questa stanza vuota.
La stanza ha pareti bianche, lisce e non contiene niente. Ha una sola finestra, e il contorno dell'unica porta bianca si perde nella parete spoglia. Un abile artigiano ha impegnato tutta la sua vita a perfezionare i confini del battente, in modo che non si scorgessero soluzioni di continuità tra legno e parete.
Un fascio luminoso attraversa i segni della pioggia sui vetri della finestra chiusa. La luce disegna un mandala sul pavimento bianco. Negli angoli, l'ombra ha assunto forme triangolari. Poiché il triangolo è simbolo della morte e della divinità, penso che la stanza sia abitata da quattro dèi inferiori e quattro superiori. Poi quattro è il numero della perfezione, così il mio ozioso ragionamento riceve il conforto della Cabala.
Scopro un pilastro in un angolo. Un giorno, gli dei angolari supersinistro e infrasinistra si sono accordati, per produrre due semidei mercuriani. Si occupano della comunicazione tra soffitto e pavimento, sempre intenti a scambiarsi onde di calore e pulviscolo.
Porta e finestra si fronteggiano, e si tendono un sibilo d'aria per lo spazio diagonale. La loro comunicazione richiede tempo. La stanza è dunque piena di spazi e tempi che interagiscono.
Un sottile pulviscolo, di cui dapprima non mi ero accorta, è visibile in controluce. Forse se qualcuno aprisse la finestra potrei sfruttare la corrente pulviscolare per uscire e mangiare qualcosa. Ma resto qui, i miei occhi compositi sono pieni di luce accecante, ho le ali rinsecchite dall'aria asciutta e tutto quello spazio diagonale per esercitarmi nel volo. Il sole tramonta.
Credo di essere nata qua dentro. Da tutto il mio tempo, dentro lo spazio della mia stanza, ogni volta che mi muovo sento un fastidioso e ininterrotto ronzio.





VALERIA NOLI Sono cresciuta nei modelli condivisi, sperando che altrove qualcosa di meglio fosse possibile. Traduco e scrivo, entrambe le cose mi danno da vivere e da pensare. Le faccio entrambe con piacere. Traduco con la sottile soddisfazione di un chirurgo plastico che plasma il testo in forme differenti, scrivo con l'accanimento di un minatore cieco alla ricerca di una via d'uscita che gli permetta di tornare in superficie da una non precisata profondità interiore. Non credo nella larghezza dello spazio, e il tempo per me non è altro che un'opinione molto diffusa.

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