"L'UVA ASPRA DEL TONI" di Pietro Meneghelli (Robin Edizioni 2010) |
"LA CROCE CELTICA" di Pietro Meneghelli (Newton & Compton 1998) |
SCRIVERE E TRADURRE
di PIETRO MENEGHELLI
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Scrivere e tradurre sono modi diversi, e
complementari, di esistere dentro il mondo
della letteratura; parti di una stessa figura.
Occasioni per far rimbalzare nella mente
del lettore delle faville di realtà più distanti.
C'è chi dice che lo scrivere comporti un
allontanamento da ciò di cui si scrive. Che
la parola sia la morte della cosa. Immagino
questo sia vero. Quando si traducono in linguaggio,
le emozioni perdono la loro carica elementare
e, nell'assumere una valenza nell'universo
della comunicazione, si trasfigurano.
Scrivere, tradurre. Inviti ai fantasmi;
attività solitarie che riempiono i giorni,
gli anni. Forse, come ha scritto il poeta
Yeats, il mondo esiste solo per divenire
un tale, una storia da narrare alle generazioni
a venire.
Ma ci sono anche i momenti in cui tutto sembra
chiederci di dimenticare ciò che è stato
già scritto e ciò che rimane da scrivere,
per rinnovarci, per cercare un diverso rapporto
con le cose. E allora dobbiamo assecondare
il nostro istinto. È necessario. Altrimenti,
da cosa potranno trarre alimento le pagine
future?
Pietro Meneghelli ha pubblicato varie opere di saggistica (su
Joyce, Flann O'Brien). E' autore dei romanzi
"L'uva aspra del Toni (Robin Edizioni,
2010) e "La Croce celtica" (Newton
Compton, 1998) ed ha curato importanti traduzioni dall'inglese
e dall'anglo-americano. Insegna all'Orientale di Napoli. E' una
delle guide di supereva (per il giallo e
il noir) guide.supereva.it. Per la traduzione, tra le versioni di Meneghelli
una delle più note è quella del capolavoro
di Melville "Moby Dick" nel 1995.
Più o meno dello stesso periodo sono la traduzione
di "Eureka" di Edgar Allan Poe
e la prima edizione italiana di "Maschiette
e filosofi" di F.S. Fitzgerald. Un'altra
popolare versione è quella delle "Fiabe
irlandesi" raccolte dal poeta W.B. Yeats.
E poi, accanto all'edizione italiana de "Il
Castello Rackrent", una storia irlandese,
scritto da Maria Edgeworth nel 1800, la traduzione
di un manufatto pop: "A", il "romanzo"
firmato da Andy Warhol nel 1968, in cui balena
l'eco degli sperimentalismi irlandesi dell'Ulisse
e del Finnegans Wake di J. Joyce.
"Moby Dick" di Melville | "Senno e Sensibilità" di Austen | "Camera con Vista" di Forster |