APRILE
di Stella Iasiello
Aprile come un bimbo
dipinge sulla terra
immagini colorate:
un istante dopo le cancella,
se ne va via
e dimentica ogni cosa.
Rabindranath Tagore
Erano quei giorni di Aprile in cui sul cielo
azzurro cala improvvisamente la tapparella
grigia e quel poco di buonumore che ristagna
liquido nei muscoli va in vacanza nella stanza
di tuo fratello.
Così, mentre lui scatena un rave, il telefono
muggisce confondendosi tra le bolle della
musica elettronica.
Se solo avessi saputo che LUI si apprestava
a squarciare quell'idilliaco quadretto casalingo
per farci capolino e devastare i sottili
equilibri della mia scaletta pomeridiana
feriale, nonché i massimi sistemi dell'universo,
avrei steso un tappeto rosso dal giaciglio
della bestia fino all'apparecchio trasmettitore,
indossato guanti di seta e scelto infine
uno dei migliori toni da centralinista unoseisei
per rispondere. Invece, una volta capito
che era davvero il telefono quello che squillava,
mi ero alzata skazzata come non mai e, pettinata
al frullatore, avevo detto:
"Pronto?"
Con la delicatezza dell'insalata russa.
"Ciao!"
La sua voce soave mi colpisce come un addestratore
cinofilo. Mi raddrizzo di colpo, miagolo:
"Ciiaooo!"
Da cani.
"Ma che fine avevi fatto? E' la terza
volta che ti chiamo, non ti trovo mai!"
Decido in quel microsecondo di trasformare
la mia stanza in una cella di clausura, venerando
il telefono come unico, solo, vero signore
e padrone… insieme al cellulare, s'intende!
Contemporaneamente firmo il verdetto di condanna
a morte verso i miei coinquilini, a cui purtroppo
sono legata da vincoli di sangue. Reato:
aver sottovalutato le mie comunicazioni personali.
"Eh, ero in giro…"
IN GIRO? E CHE RISPOSTA E'? Rendo pericolante
i muri portanti della mia stanza prendendoli
a testate; con delicatezza però, che le sue
dolci orecchie di marzapane non sentano.
Vabbe' che i colpi verrebbero comunque coperti
dalle strazianti urla di mio fratello, definite
in madrelingua "canto".
"Comunque volevo chiederti se ti andava
di vederci."
Fermi tutti. Blocco l'esecuzione del parentado
sul presentat-arm.
"Quando?"
La scimmia stanca di cantare comincia a rotolarsi.
O forse è un attacco di epilessia. Grazie
al cielo.
"Anche ora se ti va. Cioè, tra dieci
minuti, il tempo di venire da te."
Certo che mi va! Con un colpo di karate scardino
la porta dell'armadio, la gioia mi rende
più pericolosa di Lara Croft e persino più
nervosa della tomb raider se penso a cosa
mettere!
"Va bene! Tra dieci minuti sotto da
me!"
Non sorridere, non dire scemenze, controlla
il respiro, cerca di comportarti normalmente
per una volta, provaci, provaci, provaci…
"Ok."
Resisti, resisti, RESISTI…
"SONO CONTENTA!"
Merda, non ce l'hai fatta.
"Anch'io. A tra poco."
E mentre lui clicca di chiusura, tu pensi
che in fondo non fa niente se è un palloso
sabato di Aprile, perché senti lo stesso
il profumo dell'estate.
L'unica cosa veramente fondamentale è che
l'unico jeans che ti sta a pennello ora è
in lavatrice.
STELLA IASIELLO ha 24 anni, è di Avellino. Lavora in uno
studio di consulenza immobiliare e nel tempo
libero studia Lettere a Napoli per cui si
ritiene una donna mediamente isterica. Visitate
il suo blog:
http://kinda.splinder.it/