RESURREZIONI
Giuseppe Cozzolino

(il presente testo è tutelato a norma di legge/2001/Cozzolino)

  

Cornuti e Mazziati.
Fu un estate di sudore e morte quella del '43. L'ennesimo stupro della Città delle Feste e delle Forche nella colpevole indifferenza di tutti gli dei, ad eccezione di Sorella Falce. I primi giorni di Agosto aggiunsero altre migliaia di uccisi fra le macerie di scuole, ospedali, chiese (gli angloamericani li definivano bombardamenti d'alta quota). Poi, alla notizia dell'Armistizio Badoglio, gli 'amici' tedeschi presero a ringhiarci contro.
Il buon colonnello Scholl, comandante delle truppe alleate/occupanti, ordinò il coprifuoco dalle 20 alle 6 del mattino, minacciando la fucilazione di cento napoletani per ogni tedesco ferito o ucciso nel corso di azioni od atti di sabotaggio.

Pulcinellincroce mi apparve nell'oscurità del mio sonno...

Otto prigionieri di guerra vennero passati per le armi davanti alla sede dell'Ammiragliato di Via Sant'Asprena.

Ordinò a me e a pochi prescelti di rimetterci in piedi...

La Reggia, l'Università, la Biblioteca conobbero il fuoco della Chimera Teutonica. Gli studenti venivano prelevati nelle aule accademiche, incolonnati e costretti ad assistere alle fucilazioni dei "cospiratori".

Avrei preferito dormire, ma obbedii da bravo figlio...

A Teverola, provincia di Caserta, una colonna di autocarri depose un gruppo di quei ragazzi appena in tempo per godersi l'esecuzione di quattordici carabinieri e seppellirne i cadaveri in una grottesca fossa comune.

E, con le unghie, presi a scavare la terra che mi ricopriva.



La mattina del 19 Settembre, nella medesima zona del casertano, si rinvennero i corpi di quattro soldati, tre tedeschi e un miliziano fascista, straziati in modo indescrivibile. Erano a breve distanza dal luogo del precedente massacro, ai margini di uno spoglio ed inquietante boschetto. Ore 8 e 41.
La notizia si sparse con la rapidità di una nuova epidemia di colera. Al paese in molti temerono un rastrellamento di rappresaglia, l'odore soffocante della cordite nell'aria ed altre fosse da scavare.
Ma si sbagliavano. L'esercito tedesco era notoriamente spietato, ma la sua logica lo era ancor di più. Non si poteva negare l'evidenza di determinati fattori.
Il tenente Heinrich Strasser, istruttore delle indagini e uomo di non comune equilibrio in quei giorni, dovette riconoscere che:
a)Partigiani e spie erano pur sempre "creature domestiche". Non risultava che sbranassero i nemici e ne bevessero il sangue.
b)Non c'era stato alcun agguato. La camionetta che trasportava i quattro era stata ritrovata poco più in là. I camerati avevano avuto il tempo di avvistare il loro nemico, scendere dal proprio mezzo ed aprire il fuoco.
c)Le loro mani, alcune staccate a morsi dal resto del corpo, stringevano ancora mitra e pistole. I caricatori erano stati svuotati. Ma contro chi?
d)Nel palmo contratto del giovane fascista forse era contenuta la "chiave" dell'orrendo mistero. Una risposta che solo la gotica stirpe dei Goethe e degli Ewers poteva ammettere come plausibile...

Ore 1 e 30 di notte del 21 Settembre. La terra su cui si trovavano gli inquirenti era stata rimossa di recente. Strasser era attorniato da una mezza dozzina di nervosi militari con armi spianate, ed ordinava ad alcuni paesani muniti di pala di rimettersi a scavare.
Una strana foschia sembrava insinuarsi ovunque in quella notte priva di luna. L'unica fonte di luce veniva fornita da alcune lanterne tenute dagli uomini di Strasser, ma l'ufficiale tedesco cominciò a desiderare che le tenebre li sommergessero del tutto. Avrebbe potuto fingere, così, di non trovarsi ai margini di quel bosco maledetto, ignorare l'odore di morte che proveniva dalla fossa. La fossa dei carabinieri.
La mano del fascista stringeva la fibbia di una divisa italiana...
Le pale avevano finalmente raggiunto i cadaveri.
Le gole dei camerati, squarciate per bere il sangue...
Ma ce n'erano soltanto dieci.
C'era una volta il giovane Heinrich. Nella sua casa di Monaco amava circondarsi di strani libri, fiabe ed oscure leggende della sua amata Baviera.
Strasser rigettò una parola che aveva letto e dimenticato troppo tempo fa.
- Nachzerer...
- Wampyr ! - tradusse il soldato che gli stava di fianco. Un istante prima che io ed i miei 'fratelli' sbucassimo fuori dalla nebbia per consumare un nuovo "banchetto". La Prima Vita non era stata molto generosa con noi, la Seconda già ci offriva due doni preziosi.
Lunghe zanne ed artigli affilati.

Giuseppe Cozzolino (Napoli, 1967). Giornalista pubblicista e scrittore, ha pubblicato su varie riviste e quotidiani articoli prevalentemente dedicati a cinema, fumetti e letteratura "pulp". Curatore di saggi su fantascienza, cinema e fumetti per cataloghi di numerose rassegne (Incontri del Cinema di Sorrento, "Cartoomics" di Milano, "Alieni" di Milano etc). E' autore, insieme a Carmine Treanni, del volume "Cult Tv. L'universo dei telefilm" (Falsopiano, 2000). Attualmente collabora con Il Mattino di Napoli (recensione libri ed home video) e con svariate riviste specializzate (La Rivista del Cinematografo, Nocturno, Mysteri). Insegna - come docente a contratto - presso la cattedra di Storia delle Comunicazioni di Massa all'Istituto Universitario Orientale di Napoli.

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