"NEBBIA E CENERE" di Eraldo Baldini (Einaudi - Stile Libero Big 2004) |
"BAMBINI, RAGNI E ALTRI PREDATORI" di Eraldo Baldini (Einaudi - Stile Libero Big 2003) |
"TRE MANI NEL BUIO" di Eraldo Baldini (Sperling & Kupfer, 2001) |
RACCONTO DI NATALE
di ERALDO BALDINI
"E allora?" chiese il Ragazzo,
immobile sullo sgabello e con gli occhi fissi
in quelli di Florio.
"Allora cosa?"
L'anziano capo-turno finì di versarsi un
bicchiere di spumante. Era un bel tipo, il
Ragazzo. Avevano cominciato a chiamarlo così
quando era venuto a lavorare con loro su
quella piattaforma in mezzo al mare, fresco
fresco di scuola, timido, curioso e stupito
di tutto, e quello era diventato il suo nome;
un nome che si sarebbe portato dietro per
un pezzo.
"Cioè, chiedevo... e allora, come andò
a finire?"
Sembrò che nessuno avesse voglia di rispondere.
Marcello si alzò, andò a controllare un quadro
di spie luminose, poi si appoggiò al tavolo
su cui, accanto a un piccolo albero addobbato
di luci colorate e intermittenti, c'erano
fette di panettone.
Florio si versò di nuovo da bere, poi disse:
"Te l'ho spiegato, no? Prima ci spaventammo,
ma era solo una balena".
"Ma... una balena qui, otto miglia al
largo di Cervia?"
"Sì, una balena. O una balenottera,
un capodoglio, che ne so. Ogni tanto capita
che qualche animale del genere faccia rotta
da queste parti; se n'è trovati anche di
spiaggiati. E quella girava qui intorno,
facendo quello strano verso che sembrava
un lamento. In squadra con noi, in quel periodo,
c'era Antonioli. Lo conoscevi, l'Antonioli?
No, sei troppo giovane, e lui è morto da
un pezzo. Comunque era stato pescatore, figlio
di pescatori e nipote di pescatori. Disse
che quello era il verso di una balena, e
se non lo sapeva lui..."
"Va be', ma quello che diceva prima
Marcello, quella storia degli annegati della
Marisa M., la nave che affondò qui vicino
nella notte di Natale del 'sessantasei...
quei morti, diceva lui, a volte li si sente
lamentarsi e chiedere aiuto..."
Florio rise, giocherellò col bicchiere e
lo fissò. "Quella è una leggenda da
marinai, una come tante altre. Se continuerai
a fare questo mestiere, se come me invecchierai
su queste isole di matti, o ti rincretinirai
di panzane, oppure dovrai smettere di credere
a cose del genere. Scegli un po' tu."
"Ma riusciste a vederla, la balena?
La sentiste soffiare?"
"Soffiare?"
"Sì, le balene soffiano acqua da...
da quel buco che hanno dietro la testa, e
si sente quel rumore strano."
"Be', io non sentii soffi e non vidi
niente, anche perché c'era una nebbia che
si sarebbe potuta tagliare a fette. Come
quella che sta calando stasera." Florio
si alzò, si stirò, poi uscì all'aperto senza
richiudere la porta.
Entrarono aria fredda e umida, e silenzio.
Gli altri lo raggiunsero e per un po' stettero
fermi e zitti, appoggiati alla ringhiera
bagnata, con lo sguardo perso nel buio. Un'ora
prima si vedevano ancora le luci del pozzetto
metanifero RA24K, ma adesso una nebbia fitta,
densa, quasi palpabile, era venuta davvero
a coprire il mare.
Contro i piloni di metallo che sostenevano
la piattaforma, si udiva appena un leggerissimo
sciacquìo.
Il Ragazzo rabbrividì e si accese una sigaretta.
"Ma perché cavolo hai raccontato quella
storia?", disse girandosi verso Florio.
"Farò brutti sogni, stanotte."
"L'ho raccontata per il semplice motivo
che successe in una notte di Natale, come
questa."
Il Ragazzo ebbe un altro brivido, espirò
il fumo verso l'alto e guardò la nuvoletta
bianca che si perdeva nel buio.
Non c'era molto lavoro da fare, le ore passavano
lentissime, in quel posto fuori dal mondo.
Avevano giocato a carte, raccontato storie,
mangiato, bevuto, fumato, letto, e adesso
non rimaneva più niente da fare, più niente
da dirsi, se non pensare che a terra, quella
sera, la gente festeggiava e si divertiva.
Se ne stavano lì, zitti, appoggiati alla
ringhiera.
Poi lo sentirono.
Partì piano, come il pianto di un bambino,
quindi si alzò e diventò un'invocazione,
quasi un urlo. Un lamento pieno di dolore,
angosciato; anzi più lamenti, più grida,
più voci. Come un coro di disperate sirene
perse o esiliate in quel mare gelido e scuro.
Rimasero immobili, con gli occhi spalancati
sul nulla.
"Una balena", disse Florio. "E'
una balena."
Marcello indietreggiò di un passo, poi si
girò e rientrò.
Anche gli altri, uno per volta, dopo avere
a lungo guardato nella direzione da cui arrivavano
quelle voci, lasciarono il ballatoio e tornarono
negli alloggi senza dire una parola.
"Non è una balena!" disse il Ragazzo.
"Mio Dio, non puoi non sentire anche
tu che..."
Florio lo prese per un braccio, lo spinse
piano oltre la porta e se la chiuse alle
spalle. Le luci dell'albero di Natale continuavano
a lampeggiare, colorate e vive dopo quel
buio d'acqua e di vapori. "Vai a letto,
tu che non sei di turno stanotte" gli
disse. "Cerca di dormire tranquillo,
e non pensarci."
Dal mare nero soffocato di nebbia si sentivano
venire ancora, nonostante le porte e gli
oblò fossero ben chiusi, quei lamenti disperati
e lontani.
(INEDITO)
Eraldo Baldini E’ nato a Russi (RA). Dopo essersi specializzato
in Antropologia Culturale ed Etnografia,
ed avere scritto diversi saggi in quei campi,
agli inizi degli anni Novanta si dedica alla
narrativa. Nel 1991 vince il Mystfest di
Cattolica col racconto Re di Carnevale: è
di lì che inizia la sua carriera di scrittore.
Oggi è non solo romanziere affermato in Italia
e all’estero, ma anche sceneggiatore, autore
teatrale e organizzatore di eventi culturali.
Vive a Porto Fuori, una frazione di Ravenna
tra la città e il mare. insomma... www.eraldobaldini.it (qui c'è il suo sito)
"GOTICO RURALE" di Eraldo Baldini (Frassinelli) |
|
"MAL'ARIA" di Eraldo Baldini (Frassinelli) |
"FACCIA DI SALE" di Eraldo Baldini (Frassinelli) |
"L'UCCISORE" di Eraldo Baldini (Theoria) |
"MILLELIRE - GIALLO, NERO E MISTERO" (Stampa Alternativa) contiene il racconto "LA COLLINA DEI BAMBINI" di Eraldo Baldini |
MAL'ARIA di Eraldo Baldini Frassinelli 2003 |